Let’s talk about pride.
Una volta, facevo forse la prima o la seconda media, la prof. di letteratura italiana ci fece leggere un brano ciascuno tratto da Ivanhoe. Invece di leggere “gonfio d’orgoglio”, io sbagliai e lessi “gonfio d’orologio”. Tutti risero fortissimo.
Ecco, da lì ho inteso quanto mi sarebbe convenuto in futuro guardare con sospetto questo così sopravvalutato orgoglio (pensavo piccata!).
Manca un mese e saranno otto anni che vivo qui, nel castello fatato, nell’abisso del demonio di quella che fino a poco tempo fa si chiamava GRRRzetic e che da poco ha perso quattro lettere per strada e ne ha innalzato una (non a caso, l’ultima), per diventare GRRRz.
Chissà, me lo chiedo spesso: forse da fuori sembra tutto meraviglioso.
E vi posso assicurare che spesso lo è.
Ma non avrete difficoltà a supporre quanto non sia facile, a volte.
E quanto la stima di persone meravigliose non porti la minestra in tavola ogni sera.
E le pacche sulle spalle, appunto, blablabla.
Nonostante nonostante, alcune di queste pacche sono davvero speciali per me e hanno contribuito, se non a mantenermi, a tenermi in vita.
Ne è passata di acqua e ne sono passati anche di ponti sulla secca ma, non riesco proprio a non essere felice e fiera di tutto questo.
Ecco, il Papa, tarocco numero Cinque, racconta esattamente questo: il legame tra quello che è tangibile e quello che non lo è. È il terzo livello di concretizzazione della realtà: rappresenta la comunicazione, la stima (ma possiamo chiamarla anche amicizia) è il premio.
Ma io, cotanta stima, sento davvero di poterla toccare, stingerla a me, coccolarla e lasciarmi coccolare.
Per questo sì, sono davvero molto gonfia di O R G O G L I O *
(l’ho detto bene?).
* In calce, un misterioso esempio per iniziare dalla Z.
Da L’Eredità, Squaz, 2014.